L’acqua e il paesaggio imperano a Petriano, che probabilmente deriva il suo nome proprio da Prae tres amnes: sopra tre fiumi. Il territorio di Petriano è infatti attraversato dai fiumi: Apsa (che scende da Urbino), Tagliatesta (che giunge dai monti delle Cesane) e Razzo (che delimita i confini settentrionali del territorio comunale). 

La valle dell’Apsa viene indicata come una delle più belle per camminare.

Borgo medioevale, Petriano conserva l'impianto urbanistico della struttura fortificata. L’esistenza del castello viene ufficialmente documentata nel 1356 certifica e indica che Petriano è uno dei 54 castelli della Marca di Ancona.

Tra il 1796 e il 1798 si svolge in Italia la prima campagna napoleonica, che porta alla creazione delle Repubbliche Democratiche: il territorio di Pesaro e Urbino viene spartito lungo l’asse del fiume Foglia tra la Repubblica Cisalpina e la Repubblica Romana, e a quest’ultima confluisce Petriano.

Nel 1827 Petriano diviene Comune e, grazie alle riforme attuate Papa  Pio VII, viene garantita la liberalizzazione del commercio. Nonostante ciò l’economia non subisce miglioramenti e le condizioni di vita della popolazione rimangono fortemente precarie, anche a causa di terribili carestie.

Nel 1860 le Marche vengono annesse al Regno d’Italia e la situazione già difficile di Petriano non trae beneficio dal nuovo assetto politico.

Più tardi, nel 1928, con la riorganizzazione amministrativa effettuata dal Fascismo, il Comune di Petriano viene soppresso, per tornare ad essere indipendente solo dopo la seconda guerra mondiale.

Nel periodo della grande ricostruzione e del successivo miracolo economico, Petriano conosce un momento di prosperità e di sviluppo industriale, che porta allo spostamento delle attività dalla campagna verso valle, a Gallo.

Le acque a Petriano sono anche curative. Le terme sono un luogo di cura e di riposo. Così il grande pittore Raffaello Sanzio in questo passaggio nella lettera inviata a un suo tutore e riportata dalle cronache urbinate di Giovanni Santi, testimonia dal passato l’efficacia delle proprietà curative delle acque minerali di Valzangona, la valle in cui si trovano le Terme di Raffaello.

“Mio caro zio, non me sento in perfecta salute da cualche tempo e vorei tornare en patria per bevere un pocho de le aque miracolose de la nostra Valle, se la molta mia ocupatione nel Vaticano non mi impedisse di farlo. Ne o parlato a sua Beatitudine el quale a promesso de lassarme libero quanto avrò finita la Trasfiguratione. I spero de revedervi presto a Dio piacendo. Salutateme Baldassarre affetuosamente e a voi ve mando un bacio con amore de  figlio. Raphael”.